Le poesie sono frutto di saltuarie incursioni di Stefano Acierno su di un sito specialistico e spaziano dai temi religiosi, con la sottolineatura del valore suggestivo del discorso sulla montagna (“Speranza”) o di quello che la vicenda terrena di Cristo ha significato, per il procedere della storia umana e della organizzazione sociale occidentale (“Da un cono d’ombra”, “Il tuo nome Cristo”), a quelli dei sentimenti, delle donne (“Stelle”), della memoria; talora con penetranti considerazioni esistenziali. Acierno ha voluto inserire nel libro, insieme alle sue, quelle della sorella di sua madre, Tina Sarnelli (coniugata Gigli), oggi scomparsa, donna di intenso sentire che scriveva del periodo bellico e immediatamente dopo ai fratelli, cresciuti orfani insieme a lei, ricordando le gioie semplici che condividevano in paese. Ed è il paese di Baiano (in provincia di Avellino), oltre al legame di sangue, che Stefano Acierno ha in comune con sua zia Tina, dove ha vissuto ragazzo e appena adulto e che ricorda in più di una poesia. Zia e nipote, che hanno poi vissuto altrove (l’uno ad Avellino, l’altra a Milano e sull’appennino modenese) fanno riecheggiare le voci di un piccolo borgo antico e ne rimarcano il legame nostalgico. Tina gli dedica un pensiero, sentendosi stringere il cuore quando, nel 1980, il terremoto ne sgretola i muri. Stefano si sofferma spesso sul mistero dell’amore e sulle risonanze profonde che ne derivano nel cuore ad opera di persone magari sconosciute o inaccessibili e si attarda a rimuginare sul senso della vita e il trascolorare delle cose con l’incedere dell’età (“Ho qui un pezzetto di mondo. Mi basta”) anche quando ricoverato in ospedale (“Il tempo si ristà mentre precipitiamo nell’interrogativo di sempre”). Tina, scrive, come si è detto, alle sorelle e al fratello ricordando l’età giovanile a Baiano, quando ci si beava di giochi semplici o di fantasia, fingendo d’essere a Milano o a Genova, oppure ingabbiando un piccolo gufo a cui venne poi ridata la libertà. E, da lontano, medita sulle amarezze che la vita può riservarci (“ma fu bello scoprire che si poteva vivere anche senza capire!”). In definitiva un libro (“Momenti”) che a ben vedere racchiude, con quei pensieri sparsi, due vite. E lo fa in modo poetico.